Un 15enne ridicolizza la Commissione di esperti ministeriali

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Test di Medicina e Odontoiatria: anche quest’anno i quesiti sono errati. Lo erano l’anno passato così come nel 2009, nel 2008 e nel famigerato test del 2007.

“La pronunce più importanti, tuttavia, riguardano, ancora una volta, l’erroneità di diverse domande presenti nel test a causa delle quali molti studenti sono rimasti esclusi. A dirlo ed a gridarlo a gran voce, questa volta, non sono soltanto gli studenti, noi legali e le associazioni studentesche ma anche il T.A.R. Lazio e, soprattutto, il Consiglio di Stato.

Secondo il T.A.R. Lazio, “sussistono i presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare della ricorrente tenuto conto della eseguità dello scarto di punteggio che la separa attualmente dall’ultimo iscritto per la quale ragione vengono ad assumere precipua rilevanza già in sede cautelare anche agli effetti del “fumus boni juris” le censure investenti sia i profili relativi alla in conferenza dell’oggetto e del contenuto di domande rivolte sotto forme di quesito sia il relativo esito come stabilito per le risposte da fornirsi del candidato”.

Qualche settimana prima autorevolissimo responso conforme alle nostre denunce era giunto dal Consiglio di Stato secondo cui “nell’ ambito dei motivi dedotti assumono rilievo, agli effetti del “fumus boni iuris”, le censure che investono la ricaduta sull’ esito della selezione della griglia di risposte assegnate a taluni quesiti, che si assumono non conferenti all’ oggetto ed al contenuto della domanda stessa; nel bilanciamento degli interessi coinvolti dalla presente controversia, appare prevalente quello del candidato ricorrente all’ intrapresa degli studi, mentre non è contrapposto un pregiudizio all’ offerta formativa dell’Università intimata”. I ricorrenti possono, quindi, studiare Medicina. Cons. Stato, Sez. VI, 23 febbraio 2011, n. 849.

Quest’anno, prima ancora dei Giudici amministrativi, a ridicolizzare la bontà del test è un attento studente del Liceo. Un quindicenne.

Da la Gazzetta del Sud

«Mal posta una domanda dei test in Medicina» Il genetista Dalla Piccola: ragionamento brillante. E l’Università di Messina già gli apre le porte

«Mamma, uno dei quiz per l’accesso al corso di laurea in Medicina è sbagliato». Biagio Maria Sancetta, messinese di appena 15 anni, studente della 3A del Liceo scientifico a indirizzo medico biotecnologico “Empedocle”, stava navigando in internet, una decina di giorni fa, quando, leggendo le domande presentate ai candidati di tutta Italia, si è accorto che qualcosa non andava. Forte delle proprie conoscenze, si è messo al lavoro, con l’obiettivo di dimostrare che quella frase pronunciata su due piedi, in realtà aveva un costrutto.
Sotto la lente d’ingrandimento è finita la domanda n. 50 dei test somministrati a quanti aspiravano all’ammissione ai corsi di Medicina e Odontoiatria per l’anno accademico 2011/2012. Quiz che recitava così: «In una coppia la madre è di gruppo sanguigno A e ha una visione normale dei colori e il padre è omozigote per il gruppo sanguigno B ed è daltonico (carattere recessivo legato al cromosoma X). Si può affermare che la coppia non potrà, in nessun caso, avere: a) figlie femmine di gruppo A non daltoniche; b) figlie femmine di gruppo B daltoniche; c) figlie femmine di gruppo AB non daltoniche; d) figli maschi di gruppo B non daltonici; e) figli maschi di gruppo AB daltonici». Secondo Biagio Maria, le 5 opzioni non includono la giusta soluzione al test posto. In base al suo ragionamento, «le risposte fornite dal ministero prevedono l’analisi di ambedue gli aspetti genotipici: quello riguardante la trasmissibilità del gruppo sanguigno e quello riferito alla trasmissione delle malattie». Quanto al primo, «considerando tutti i possibili incroci, è vero che non si potranno mai verificare casi nei quali la progenie abbia gruppo sanguigno A e dunque la risposta corretta a tale quesito per esclusione dovrebbe essere la a) figlie femmine di gruppo A non daltoniche. Questi, poi, i rilievi sull’analisi della trasmissibilità del daltonismo: «È proprio in tale affermazione (quella che le figlie possono essere daltoniche) che risiede l’errore della domanda: infatti, seguendo la legge di Mendel sull’assortimento indipendente, andiamo a incrociare i componenti della generazione parentale P per trovare le probabilità di trasmissione della generazione filiale F1 – ha spiegato –. Nonostante siano due gli incroci da eseguire, a sostegno della tesi occorre solo eseguire il primo, in base al quale metà saranno figli maschi, dei quali metà con genotipo daltonico e metà con genotipo non daltonico, e metà con figlie femmine, metà con genotipo non daltonica e metà con genotipo daltonica». Pertanto, «la domanda non risulta essere vera, in quanto il test chiedeva se si può affermare che la coppia non potrà, in nessun caso, avere “figlie femmine di gruppo A non daltoniche”».
Il quindicenne ha inviato una nota al ministero della Pubblica istruzione e al rettore dell’Università di Messina, esponendo le sue considerazioni. Le quali hanno messo in difficoltà persino alcuni docenti, tanto da richiedere il parere di uno dei massimi esponenti della genetica, il prof. Bruno Dalla Piccola, secondo cui «le opzioni b), c), d), e) delle risposte sono corrette, in quanto da quel matrimonio potranno nascere figli e figlie con quelle combinazioni. È sbagliata e perciò va barrata la risposta a), in quanto non possono nascere figlie A ma solo AB o B. Il quiz non è una lezione di genetica che si propone di fare una disamina di tutte le combinazioni possibili. Quindi chi ha barrato a) ha risposto correttamente. Fa male a lamentarsi lo studente del fatto che le 5 opzioni non includano la giusta soluzione: di fatto b), c), d) e) sono giuste soluzioni in quanto tutte possibili. Il suo modo di ragionare è brillante». Ma ecco il pistolotto di Dalla Piccola che dovrebbe indurre il Ministero a qualche riflessione in più su metodo e merito di questi test: «Non vanno proposte domande di questo tipo, formulate in maniera aggrovigliata e pretendendo da uno studente di rispondere in pochi minuti». Ecco, allora che il nostro “genietto” si è preso una bella soddisfazione, anzi di più: perché il prof. Carmelo Salpietro, ordinario di Pediatria nella nostra Università, propone già da ora a Biagio di averlo come interno nel suo istituto, se dovesse iscriversi a Medicina a Messina. «Merita certamente di essere valorizzato se già adesso mostra una capacità di critica e di ragionamento straordinarie, spero che accoglierà il mio invito», conclude Salpietro.
Tornando alla lettera Biagio Maria non fornisce solo una spiegazione citologico-genetica: «In realtà – ha aggiunto – bisognerebbe fare un’obiezione dal punto di vista logico-matematico e grammaticale. A mio parere, la risposta a) che è la più corretta, con l’espressione non daltoniche confonde i candidati».
Il giovane è molto sicuro di sé, nonostante la tenera età. E si pone già traguardi ambiziosi: «Il mio sogno è studiare a Oxford e approfondire le tematiche legate alla citologia e all’oncologia. Da grande vorrei fare il ricercatore scientifico». Per assecondare la sua sete di scienza, assieme alla famiglia si è trasferito da Militello Rosmarino a Messina. Manco a dirlo, è riuscito a superare i test d’ingresso all’Empedocle senza grossi problemi. Anzi, è risultato vincitore di una borsa di studio. Qualche mese fa, inoltre, è balzato agli onori delle cronache per una relazione preparata di suo pugno su “Le conseguenze biologiche della radioattività”. «Poco prima del referendum sull’atomo, sono stato invitato a un convegno e ho esposto le mie idee – ha raccontato –. La relazione è piaciuta molto, a tal punto che la prof. Marianna Gensabella ha deciso di pubblicarla sulla “Rivista di bioetica”». Allora, hanno ragione i vicini di casa, che chiamano Biagio Maria “piccolo genio”. In base ai suoi progetti, l’invito di Salpietro potrebbe andargli stretto. Date le premesse, un domani sentiremo parlare del prof. Sancetta.

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