Bonus maturità: ufficiale l’abrogazione. Ecco la circolare del MIUR

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La beffa finale è arrivata.

Ecco la circolare del MIUR che, nonostante fossero sempre più importati i rumors che davano voce ad un annullamento delle prove stante l’evidente incostituzionalità della decisione di modificare le regole del concorso durante la prova, conferma la scelta del Governo.

Chi spiegherà al candidato che si è seduto all’esame con 10 punti in tasca e che ha deciso di non rispondere ad una domanda dubbia al fine di non incappare nella decurtazione di punteggio che quei 10 punti non ci sono più?
Il bonus andava abolito e le prove ribandite con gli Atenei finalmente aperti a tutti gli studenti almeno sino a nuove prove conformi a legge.
Il MIUR pagherà le notte insonni fatte trascorrere agli studenti ed alle loro famiglie con una class action di migliaia di ricorrenti.

Intanto chi aveva diritto al bonus per legge, bando e decreto ministeriale ed è rimasto fuori dall’ultimo posto utile proprio per quella manciata di punti può fare ricorso ed ottenere l’ammissione.

Anche chi è rimasto fuori e non aveva diritto al bonus o non aveva un bonus sufficiente per superare l’ultimo ammesso può agire.

L’abolizione in corsa del bonus maturità è stata illegittima, tanto quanto la sua istituzione. L’illegittimità si è verificata nel momento in cui il Legislatore ha deciso di cambiare le regole mentre i ragazzi erano nelle aule del test, mentre i ragazzi mettevano le crocette, mentre i ragazzi contavano sull’attribuzione di un punteggio per aver superato l’esame per il diploma.

In nessun gioco si accetta il cambio di regole dopo la competizione e, a maggior ragione, non possiamo accettare il cambio di regole quando si decide del futuro dei nostri ragazzi[1].

In termini giuridici, questo si traduce nel mancato rispetto del principio della certezza del diritto che trova fondamento nella nostra stessa carta costituzionale: è stato emanato un decreto legge che ha eliminato il bonus maturità istituito proprio da quella “legge” abrogata durante la prova. Un concorso pubblico che “sceglie” i nostri destini non può essere così organizzato e congeniato. Sarà proprio la illegittimità costituzionale di tale decreto legge, che ha cambiato le regole del gioco in corso di test, ad essere oggetto dei ricorsi che stiamo predisponendo.

La battaglia che combattiamo da diversi anni ha sempre avuto come finalità ultima la tutela degli studenti, tutti, nessuno escluso, senza distinzione politica o partitica, con l’unico criterio che è quello della certezza del diritto.

Nessuno vuole far uscire nessuno, abbiamo un solo obiettivo, smantellare mattone dopo mattone il muro del numero chiuso, dalle contestazioni sulle domande, dalle risposte non conteggiate, dai posti degli extracomunitari di odontoiatria che rimangono vuoti e non assegnati né ai comunitari, né agli extracomunitari, dalle violazioni delle più elementari regole di organizzazione del concorso dalla carta di identità sul tavolo alla busta consegnata aperta.

Tutte le nostre contestazioni hanno un fine unico ammettere in sovrannumero gli studenti e allargare le graduatorie con il fine non nascosto di spingere legalmente il Legislatore italiano a rivedere la legge sul diritto allo studio che deve diventare libero e aperto a tutti.

È per questo che nel ricorso al Tar del Lazio avanzeremo una richiesta ulteriore di adire la Corte Costituzionale (già ci siamo andati, a novembre ci riandremo e proporremo poi la questione del cambio delle regole del gioco in corsa) per illegittimità costituzionale del Decreto Legge del 9 settembre.

Scrivi a santi.delia@avvocatosantidelia.it e chiedici come

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