Concorso specializzazioni 2014: arriva la prima sentenza definitiva del TAR Lazio sulla decadenza dalla graduatoria.

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Il T.A.R. Lazio si è definitivamente pronunciato su uno dei ricorsi riguardanti il concorso per l’accesso alle specializzazioni mediche del 2014 accogliendo l’azione degli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti.
Il concorso balzò agli onori delle cronache nazionali perchè il CINECA invertì le buste dei test di area clinica e dei servizi e nè derivò che l’esame venne svolto dai candidati cimentandosi su domande diverse rispetto a quelle scelte dalla Commissione. Il Ministro dapprima annunciò l’annullamento e poi cambiò idea salvando le prove annullando solo alcuni quesiti. Su quella vicenda pende ancora un poderoso contenzioso che il T.A.R. Lazio bocciò e che i medici impugnarano dinanzi al Consiglio di Stato che lo accolse rimandando tutto nuovamente al T.A.R. Tre dei motivi che il TAR aveva ritenuto non fondati lo sono per il Consiglio di Stato ed in ragione del fatto che su questi tre motivi il concorso potrebbe, ancora oggi dopo 2 anni, essere annullato, il TAR del Lazio deve decidere in via preliminare avvertendo di questa eventualità i 5.000 medici già ammessi e che da allora sono in corsia. Dal settembre 2015, tuttavia, nonostante i solleciti dei legali, queste cause sono rimaste negli archivi e non sono decise.
Oggi arriva la prima vittoria definitiva su quel concorso su un altro degli aspetti contestati dai giovani medici. Secondo quel bando i candidati, pur potendo ambire all’ammissione a più scuole, decadevano da tutte le scelte una volta ottenuta l’ammissione in una di queste.
I vincitori delle borse, pur aspirando a diventare, ad esempio, cardiologi, sotto la spada di Damocle di non potersi iscrivere a nessuna scuola di specializzazione perché i posti nella scuola preferita si sarebbero esauriti dopo gli scorrimenti, avevano accettato con una decisione assunta in poche ore di iscriversi a quella, sempre per fare un esempio, di Pediatria di una città lontana centinaia di chilometri dal luogo di residenza. Eppure, dopo aver firmato il contratto avevano scoperto che in realtà il posto nella scuola preferita c’era; c’era pure in una sede universitaria vicina alla propria città e se l’era accaparrato chi aveva conseguito un punteggio più basso di loro. Tuttavia, a quel punto, non era più possibile tornare indietro.
Infatti, il bando del concorso prevedeva che la scelta di una scuola faceva decadere da tutte le altre scuole per cui si aveva concorso: massimo sei (due per ognuna delle tre macroaree) delle oltre 50 specialità disponibili.
Al TAR, questa decadenza beffarda è parsa illegittima “giacché la previsione di una decadenza generalizzata dalla Scuola di Specializzazione indicata come prima opzione non appare ragionevole né risulta ancorata ad alcun parametro normativo“. La scelta del MIUR, sempre secondo il T.A.R. ha “un effetto penalizzante eccessivo perché non consente di sfruttare la chance di iscriversi nella Scuola di specializzazione rispetto alla quale è stato orientato il proprio piano di studi universitario, diverso essendo il caso rispetto a chi risulta prenotato o assegnato in più Scuole contemporaneamente e può quindi effettuare una scelta consapevole, da esercitarsi entro termini ragionevoli”.
“Bastava che si desse la possibilità ai candidati di graduare le preferenze delle scuola, oppure non si prevedesse la decadenza da tutte le altre con la scelta della scuola: la beffa non ci sarebbe stata e il merito sarebbe stato premiato”, commentano i legali Santi Delia e Michele Bonetti, autori per conto della Cgil del ricorso accolto dal presidente del Tar Lazio. “In effetti – spiegano i due avvocati – nel Regolamento della decadenza non solo c’è traccia, ma è implicitamente esclusa”. E’ venuta fuori, invece, nel bando firmato dal ministro dell’Università Stefania Giannini l’8 agosto 2014: “Il candidato è tenuto ad iscriversi presso la sede in cui risulta assegnato entro il termine massimo di 4 giorni. A seguito dell’iscrizione il candidato decade automaticamente da tutte le graduatorie delle scuole per cui ha concorso”.
Grazie a questi ricorsi, fortunatamente, il MIUR ha cambiato il sistema negli anni successivi. A fine luglio dovrebbero giungere nuove sentenze del Consiglio di Stato che, “speriamo”, concludono i legali, “convincano il TAR a fissare i vecchi giudizi ed esprimere la parola fine a ciò che accadde in questo concorso”.

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