Il nuovo arresto del Tribunale di Milano con la recente sentenza del 30 marzo 2017 non lascia spazio ad ulteriori dubbi: le prestazioni rese dai docenti assunti con contratti di lavoro a tempo determinato sono identiche a quelle di un rapporto a tempo indeterminato e quindi vanno egualmente retribuite.
Così il Giudice meneghino ha individuato l’ennesima illegittimità nella condotta che, per mezzo di oltre 80 contratti a tempo determinato, non aveva riconosciuto alla ricorrente il diritto alla progressione stipendiale maturata in quasi 10 anni di carriera.
Per il Tribunale, infatti, “ la progressiva reiterazione di rapporti di lavoro a tempo determinato ha di fatto realizzato un contesto del tutto identico, sotto il profilo dello sviluppo della professionalità, a quello tipico di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato.[…] Conseguenzialmente, non può revocarsi in dubbio che parte ricorrente abbia nel tempo acquistato un’esperienza del tutto identica, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, a quella maturata dai colleghi di pari anzianità, legati all’amministrazione da un rapporto a tempo indeterminato”.
Il Ministero, dunque, è stato condannato a corrispondere le differenze retributive – anche sul TFR e sugli istituti indiretti oltre che a collocare la ricorrente al livello stipendiale corrispondente all’anzianità di servizio maturata, condannandolo – altresì – al pagamento di oltre 7000 € di spese legali.