Esame avvocato: un’altra bocciatura smentita in sede di ricorrezione.

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Proseguono le rivalutazioni positive per i ricorrenti dello Studio degli Avv. Santi Delia e Michele Bonetti che avevano agito per le illegittimità riscontrate nell’esame per l’abilitazione professionale.

Anche in questo caso, infatti, le votazioni di alcuni elaborati, ritenuti del tutto insufficienti, si sono tradotte in punteggi altissimi, vicini al massimo: un parere di diritto civile che, limitandosi alla prima valutazione, doveva mancare persino degli elementi essenziali per essere considerato tale, ottenendo un mediocre 25, con la ricorrezione si “trasforma” in un atto “modello” tanto da avvicinarsi alla soglia del 40 (38).

Risulta di immediata comprensione dunque, oggi più che mai, come ai giudici amministrativi, che si trovano ad affrontare questa tipologia di ricorsi, non sia consentito trincerarsi dietro la formula della sufficienza del voto numerico per evitare qualsiasi forma di analisi. Il sindacato sulla discrezionalità tecnica, infatti, deve consentire, laddove la votazione espressa con il voto numerico non risponda al reale valore del compito, una valutazione corretta e realmente rispondente ai valori espressi.

Quel che si cerca di scongiurare, in conclusione, è l’ipotesi in cui, trattandosi di concorsi che, come tanti, si concludono con una mera votazione espressa numericamente, si impedisca la tutela giurisdizionale di condotte lesive nei confronti di candidati che, come le ricorrezioni continuano a dimostrare, avrebbero dovuto superare l’esame.