Tar, giovane con Dsa ripeta test di accesso a Medicina con l’ausilio del tutor

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Dovrà ripetere la prova d’ingresso al corso di laurea in Medicina colui che, affetto da disturbi specifici di apprendimento (Dsa), non ha svolto la stessa con l’ausilio di tutti gli strumenti compensativi richiesti al momento della presentazione della domanda. È il principio stabilito dal Tar del Lazio in un’ordinanza con la quale ha deciso un ricorso proposto da un giovane affetto da Dsa al quale era stata negata l’iscrizione in virtù del fatto che non aveva potuto partecipare compiutamente alla prova d’ingresso alla facoltà di Medicina dell’università Federico II di Napoli.

In sostanza, i giudici hanno imposto all’amministrazione di consentire lo svolgimento di una nuova prova – il prossimo 10 luglio – stavolta con l’ausilio di quel tutor inizialmente non concesso al ricorrente; tutto ciò, ritenendo la sussistenza «di evidenti i profili di pregiudizio per il ricorrente ove non gli fosse consentito di partecipare alle prove in regime di par condicio con gli altri candidati che versino nella sua medesima situazione».

«Si tratta di un provvedimento molto importante e a tutela degli studenti disabili – commentano gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, patrocinatori del ricorrente insieme  – che impone all’Amministrazione il rispetto di tutte quelle garanzie che il nostro ordinamento mette a disposizione degli studenti affetti da Dsa”.

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Il Sole 24 Ore

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