Accesso al corso di laurea in Medicina. Ministero non immatricola i ricorrenti. Consiglio di Stato lo commissaria.

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Negli ultimi giorni, in piena emergenza coronavirus, stampa generalista, riviste giuridiche e social hanno dato ampio spazio al caso dell’annullamento da parte del Consiglio dei Ministri dell’Ordinanza del Sindaco di Messina riguardante l’attraversamento dello stretto. La città, dunque, ha (purtroppo) ancora una volta trovato una ribalta mediatica pressocchè totale dovuta anche al fatto che il Consiglio di Stato, a cui obbligatoriamento doveva rivolgersi il Ministro dell’Interno prima di chiedere l’annullamento al Consiglio dei Ministri di tale ordinanza, aveva espresso il proprio parere in tempi apparentemente “record”: appena 24 ore dalla richiesta. I social, in tal senso, hanno gridato allo scandalo ed al complotto non capacitandosi di come, in un Paese noto a tutti per una giustizia lenta ed elefantiaca, possano esserci risposte così, sorprentendetemente immediate. In tempo di coronavirus e quarantene, poi. Figuriamoci.

Già allora, tuttavia, avevamo sommessamente fatto notare che la tutela cautelare del Giudice Amministrativo, invero, funziona, sempre e davvero, in tempi così veloci. E’ chiaro che trattasi di una prima, embrionale, fase del processo, non certo di quella conclusiva caratterizzata da momenti e questioni di somma urgenza, ma che ordinariamente, nell’ambito di tutto l’enorme spettro di materie che il Giudice amministrativo tratta, è quotidianamente trattata con numeri importantissimi (che, da ultimo, un comunicato dell’Ufficio Stampa della Giustizia amministrativa ha reso noto “Giustizia amministrativa: a pieno regime la tutela monocratica “emergenziale”. Questioni cautelari connesse al Covid decise in poche ore“).

Ed ecco quindi che a fianco del parere sulle norme che devono regolare l’attraversamento dello Stretto di Messina, le risposte della giustizia amministrativa, nelle 24 ore, arrivano a studenti che chiedono l’immatricolazione ad un corso di laurea, docenti non ammessi a questa o quella graduatoria, militari esclusi da questo o quel concorso.

Ma su cosa, questa volta, ha deciso, in tempi così brevi, il Consiglio di Stato? Il caso riguardava l’immatricolazione di alcuni studenti al corso di laurea in Medicina.

Dopo l’apertura sulle specializzazioni, ove lo stesso Consiglio di Stato, ha disposto l’attribuzione dei posti disponibili ai ricorrenti, simmetricamente qualche settimana addietro aveva parimenti aperto a nuove possibilità sul numero chiuso degli studenti di medicina e chirurgia per l’anno corrente accogliendo i ricordi Udu patrocinati dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia.

Il Ministero e le Università, tuttavia, in molti casi, non hanno dato seguito a tali ordini di immatricolazione non consentendo agli studenti vincitori di poter, fattivamente, prendere parte alle lezioni (attualmente on line e dunque a distanza ma comunque attive).

Il Consiglio di Stato, dunque, accogliendo il ricorso degli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti founders di Bonetti & Delia – Studio Legale – ha imposto l’immediata immatricolazione evidenziando come “nonostante due decreti di accoglimento dell’istanza cautelare, non si è ancora conclusa l’esecuzione di quanto ivi disposto, nonostante l’Università abbia già predisposto lezioni ed esami a distanza tramite la piattaforma https://elearning”, “che dunque va disposta senza ulteriore ritardo l’immatricolazione dell’appellante al corso di laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università e, in caso di ulteriore inottemperanza successiva al decimo giorno dal presente decreto, la nomina di un commissario ad acta in persona del Direttore Generale Ministero dell’Istruzione dr.ssa Maria Letizia Melina”.