ACCESSO A VETERINARIA: TAR LAZIO ANNULLA DECRETO MINISTERIALE PROGRAMMAZIONE. ILLEGITTIMA LA RIDUZIONE DEI POSTI NONOSTANTE LA MAGGIORE CAPACITA’ DEGLI ATENEI

Per noi è una delle battaglie più sentite. Abbattere il numero chiuso a Veterinaria che, sulla base di logiche totalmente distanti dalle effettive possibilità di studio che possono offrire gli Atenei, nega da un decennio a migliaia di studenti di scegliere la propria via. Una situazione simile a quella che si verifica a Odontoiatria che l’Agcm ha duramente stigmatizzato, ma che sin’ora era rimasta in piedi.

Oggi, per la prima volta nella storia, il TAR del Lazio (sentenza n. ), accogliendo il ricorso degli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, name founder di Bonetti & Delia, dichiara illegittima la programmazione di un corso di laurea a numero chiuso annullando definitivamente il Decreto Ministeriale e ammettendo i nostri ricorrenti. Mentre su Medicina è stata accolta, integralmente, l’offerta degli Atenei, su Veterinaria no.

Il T.A.R., in tal senso, avea chiesto al Ministero di spiegare “le ragioni che hanno indotto a bandire un numero di posti inferiore rispetto all’offerta formativa messa complessivamente a disposizione dagli Atenei italiani” soprattutto in un corso di laurea ad altissimo tasso di rinunce all’esito del test. Veterinaria, difatti, a differenza di Medicina, vede uno scorrimento colmo di rinunce e decadenze giacchè sono centinaia i candidati che, pur collocandosi in posizione utile, alla fine decidono di non iscriversi.

In sede di merito ha ritenuto fondato il vizio evindenziando “che nel D.M. di programmazione si ammette che l’offerta formativa deliberata dagli Atenei – con espresso riferimento ai parametri di cui all’articolo 3, comma 2, lettere a), b), c) della legge 2 agosto 1999, n.264 per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in veterinaria – è pari a 890 posti, pur essendosene messi a concorso, tuttavia, solo 759“, ha accolto le nostre tesi ed ammettendo i nostri ricorrenti all’Università di MESSINA.

L’Ateneo Siciliano, unica sede del corso di laurea tra Sicilia e Calabria, in particolare, nonostante avesse offerto la disponibilità ad una formazione superiore, veniva resa destinataria di soli 40 posti che, difatti, a conferma della bontà della decisione del T.A.R. Lazio, sono stati ora aumentati.