Riconoscimento equo indennizzo: Si del Tribunale per l’attività svolta dal dipendente delle Prefetture che si occupa del materiale elettorale.

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Avete idea di chi gestisce, cataloga, conserva ed all’occasione delle verificazioni imposte dal Giudice, tira fuori le migliaia di schede elettorali con cui vengono eletti i nostri organi politici?

Per lo più alcuni dipendenti delle Prefetture che si occupano, appunto, di conservare negli archivi di magazzino tale enorme materiale, scaricando e catalogando bustoni, schede, registri e verbali.

Il dipendente, secondo la sua prospettazione per fatti di servizio, aveva patologie accertate quali “artrosi cervico-dorso-lombare a media incidenza funzionale” e “sinusite fronto-mascellare” giacchè, le stesse deriverebbero dal servizio svolto soprattutto nei polverosi e poco aerati archivi delle Prefetture ove, per lo più, il servizio veniva espletato.

Il Ministero, come sovente avviene, aveva negato la sussistenza del nesso eziologico che, invece, è stato dimostrato in Tribunale in accoglimento delle tesi dell’Avvocato Santi Delia.

Il CTU aveva “subordinato il giudizio relativo alla correlazione tra le patologie dell’apparato locomotore e l’attività svolta alla dimostrazione della prestazione d’opera (facchinaggio) e dell’usura determinata da turni incompatibili con la possibilità di pause idonee ad un sufficiente recupero fisico” ed aveva “parimenti subordinato il giudizio di correlazione tra le malattie a carico dell’apparato respiratorio e l’attività svolta alla dimostrazione dell’insalubrità dell’ambiente di lavoro e segnatamente del cronico insistere di polvere e muffe” .

Il caso, dunque, si dimostrava sin dal principio di non semplice soluzione, ma grazie alla dettagliata attività di ricostruzione della vicenda, e di analitica ricostruzione dei fatti e della fase istruttoria curata, nell’interesse del lavoratore siamo riusciti a rendere giustizia allo stesso e a concludere positivamente una vicenda di non facile soluzione.

Quanto a quest’ultima circostanza”, dice il Tribunale, “essa può ritenersi dimostrata poiché il lavoratore prestava attività di responsabile di magazzino, e in particolare nei cantinati della Prefettura, costituendo fatto notorio che i cantinati sono luoghi solitamente insalubri poiché l’insufficiente ricambio d’aria comporta l’accumularsi di polvere e la formazione di muffa”.

Il Tribunale, dunque, a conclusione di una vicenda lunga e complessa, che ha accordato il riconoscimento dell’equo indennizzo “a far data dalla domanda” presentata dal lavoratore.