Chi vi scrive ha già vinto, nell’ambito delle più importanti procedure di selezione a quiz che hanno coinvolto migliaia di partecipanti negli ultimi anni da quando, in particolare, in Italia si è tornato ad assumere. In quel caso, come riportato da Il Fatto Quotidiano, “una delle domande del maxi concorso per 365 posti da analista di processo e consulente professionale bandito dall’Inps era sbagliata. Per questo il Tar ha dato ragione a uno dei 25mila partecipanti alle prove scritte che aveva impugnato la mancata ammissione agli orali per colpa di una risposta giudicata errata. Il candidato, assistito dagli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, ha contestato l’errata formulazione del quesito e i giudici amministrativi hanno ritenuto il ricorso manifestamente fondato.
Qualche mese dopo il concorso di cui ci siamo occupati riguardava proprio il profilo di giornalista. In quel caso ci siamo chiesti se è mai possibile selezionare i giornalisti che cureranno la comunicazione della Regione Siciliana chiedendo di rispondere ad una domanda sulla competenza territoriale del processo amministrativo abrogata 10 anni fa? Francamente, giusta o sbagliata che sia, crediamo di no ed è per questo che abbiamo ritenuto di impugnare la batteria di test sottoposti agli aspiranti funzionari di categoria D dell’Ufficio stampa della Regione Siciliana.
Secondo il T.A.R. Palermo, tuttavia, la prova somministrata non era affatto da annullare giacchè “avuto riguardo alla dedotta illegittimità dei quesiti della prova preselettiva, nei limiti del sindacato consentito al giudice amministrativo, non emergono elementi da cui desumerne la manifesta erroneità o l’evidente non pertinenza con le materie di esame”. Non l’ha pensata allo stesso modo il C.G.A. a cui ci siamo rivolti in appello e ove, per primi, abbiamo vinto dimostrando l’erroneità della prova e le scelte della Commissione.
Oggi è la volta del concorso Rai. Anche in questo caso più di un quesito, appare dubbio non solo di lingua inglese come da moltissimi giornalisti segnalatoci ma anche di legislazione. In particolare vediamo seri margini di contestazione nel quesito che riguarda i poteri del CDR così come disciplinati dall’art.34 del CNLG così come interpretati dalla Cassazione.
Nei commenti che, da più parti, mi si chiese di rassegnare, da legale che da un decennio segue queste procedure concorsuale a quiz, mi sono sentito di lanciare un monito alle Amministrazioni a cambiare le modalità di somministrazione di questi quesiti pescati, da Società private selezionate dalle stesse Amministrazioni, da loro banche dati (in qualche caso) ormai datate.
“La mancata validazione dei test a quiz, effettuata nei paesi anglosassoni ogni qualvolta debba essere espletata una simile prova, è una delle maggiori lacune presenti in tutte le procedure concorsuali attivate dalla Pubblica Amministrazione e che da anni contestiamo nei nostri giudizi al Tar giacché impedisce la selezione dei migliori. È fondamentale, anche in ragione del fatto che in questi anni si tornerà ad assumere massicciamente con tali procedure concorsuali, che l’amministrazione riveda immediatamente queste banche dati e il sistema di selezione perché profondamente lacunoso”.
Ecco perchè, leggendo i commenti di molti tra i partecipanti al concorso Rai che numerosi esclusi mi hanno sottoposto, non vi nascondo, di aver provato profondo sconforto e rabbia a delusione.
Se il concorso pubblico è diventato un quiz, ben (a malincuore) venga. Si cambi l’intero sistema di formazione e istruzione e si prepari, sin da allora, la futura classe dirigente a ragionare in tali termini. Successivamente, soprattutto, si eviti pescare quiz enigmistici da banche dati obsolete e non validate in maniera seria e coscienziosa solo perchè, grazie a tali sistemi di appalto, si riesce a risparmiare sulla gestione di un pubblico concorso.
Per valutare l’azione giudiziale più opportuna per tutelare la posizione degli esclusi all’esito della fase a quiz vi invitiamo a scrivere a santi.delia@avvocatosantidelia.it