ACCESSO A VETERINARIA: ILLEGITTIMA LA RIDUZIONE DEI POSTI NONOSTANTE LA MAGGIORE CAPACITA’ DEGLI ATENEI

Per noi è una delle battaglie più sentite. Abbattere il numero chiuso a Veterinaria che, sulla base di logiche totalmente distanti dalle effettive possibilità di studio che possono offrire gli Atenei, nega da un decennio a migliaia di studenti di scegliere la propria via. Una situazione simile a quella che si verifica a Odontoiatria che l’Agcm ha duramente stigmatizzato, ma che sin’ora era rimasta in piedi.

Oggi la prima decisione del Consiglio di Stato che, finalmente, sulla spinta dell’ampio contenzioso su Medicina, mostra una matura consapevolezza del procedimento e coglie l’evidenza del vizio sin dalla fase cautelare, accogliendolo ed ordinando l’immatricolazione dei nostri ricorrenti.

Mentre su Medicina è stata accolta, integralmente, l’offerta degli Atenei, su Veterinaria no. Il T.A.R., in tal senso, avea chiesto al Ministero di spiegare “le ragioni che hanno indotto a bandire un numero di posti inferiore rispetto all’offerta formativa messa complessivamente a disposizione dagli Atenei italiani” soprattutto in un corso di laurea ad altissimo tasso di rinunce all’esito del test.

Veterinaria, difatti, a differenza di Medicina, vede uno scorrimento colmo di rinunce e decadenze giacchè sono centinaia i candidati che, pur collocandosi in posizione utile, alla fine decidono di non iscriversi. In tal senso, il T.A.R. aveva anche imposto di fornire chiarimenti circa “l’attuale disponibilità di posti per Veterinaria a.a. 2018/2019 a seguito di rinunce o decadenze”, salvo poi limitarsi ad accogliere solo in parte l’azione su alcune domande contestate.

Il Consiglio di Stato, invece, “ritenuto che nel D.M. di programmazione si ammette che l’offerta formativa deliberata dagli Atenei – con espresso riferimento ai parametri di cui all’articolo 3, comma 2, lettere a), b), c) della legge 2 agosto 1999, n.264 per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in veterinaria – è pari a 890 posti, pur essendosene messi a concorso, tuttavia, solo 759“, ha accolto le nostre tesi.