Volete sapere da cosa nasce il Decreto Calabria? Volete sapere perchè, a fianco di un’ammissione con borsa, qualche anno fa, con il Decreto Calabria, è stata coniata una nuova formazione, non retribuita?
E’ stata un’idea del Ministero della Salute, del Legislatore o viene da azioni giudiziali?
La risposta, evidentemente, è la terza. L’idea di fondo di una formazione non retribuita che sta alla base del Decreto Calabria, nasce proprio dalle nostre azioni giudiziali con le quali, per la prima volta nel 2018, abbiamo sostenuto che l’ordinamento comunitario, a differenza delle borse di specializzazione, non obbliga affatto gli Stati membri ad offrire un’adeguata remunerazione.
Ciò vuol dire che, a fronte di un fabbisogno più ampio di professionalità, gli Stati, non possono NON BANDIRE quanti posti servono a colmare il fabbisogno minimo di professionalità solo dicendo che non hanno risorse per pagare le borse. Perchè, appunto, non essendovi tale obbligo di remunerazione, è ben possibile creare una formazione non retribuita (e senza incompatibilità) al fianco di quella ordinaria. Sempre se, appunto, vi sia, come oggi è incontestabile che vi è, una maggiore necessità di diplomati in MMG.
Grazie a questa teoria, prima avversata dal Ministero della Salute e poi fatta propria per ritenere conforme al diritto Europeo il c.d. Decreto Calabria, nasce la graduatoria riservata.
Oggi, tuttavia, nei primi anni di applicazione, si è assistito ad un applicazione errata delle potenzialità della norma giacchè i posti banditi sono stati inferiori di oltre 1/3 rispetto a quanto dovevano essere.
I posti a concorso, difatti, per il primo triennio, avrebbero dovuto essere 2.000 per anno, mentre quelli banditi realmente sono stati solo 666 per anno.
Il Ministero, difatti, aveva stanziato 6 milioni per 3 anni mentre le Regioni hanno ridotto i posti a un terzo ed anche quest’anno si è assistito ad un’illegittima istruttoria.
Così come per l’accesso ai corsi di laurea ed alle specializzazioni, ove abbiamo vinto contestando proprio l’istruttoria, chiederemo al T.A.R. di verificare i numeri della stessa ed imporre l’ammissione sovrannumeraria dei ricorrenti.