Assunzioni in ruolo da GPS: in Gazzetta Ufficiale le modalità di reclutamento. Per i Diplomati magistrale la nuova prova che il loro titolo è pienamente abilitante.

L’art. 59 del D.L. 25 maggio 2021, n. 73, mette un nuovo tassello nella lunghissima battaglia dei Diplomati magistrale per il pieno riconoscimento abilitante del loro titolo. Dopo il riconoscimento, grazie all’azione giudiziale in sede di ricorso straordinario dello studio Bonetti e Delia nel 2013, che portò centinaia di migliaia di diplomati magistrale dalla III alla II fascia delle Graduatorie di Istituto, si è apriva la battaglia per l’ingresso nelle G.A.E.

Come ormai noto a tutti, tale percorso giudiziale, dopo l’iniziale accoglimento da parte del Consiglio di Stato e l’ammissione in G.A.E. di migliaia di docenti, è stato riformato dallo stesso Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria con due pronunce del 2017 e del 2019. Anche la Cassazione, nel 2021, ne confermava la posizione.

L’istituzione delle G.P.S. nel 2020, anche in ragione dell’emergenza COVID, con la collocazione in I fascia dei diplomati magistrali aveva rappresentato l’ennesima incongruenza circa la valutazione del titolo che, ancora una volta, si dimostrava pienamente abilitante tanto da non differenziarsi, appunto, rispetto agli altri titoli ammessi in I fascia.

Anche in tal caso, tuttavia, il Ministero e, più in generale, i difensori della tesi delle Plenarie e della Cassazione, ebbero gioco facile a sostenere che si trattava, in ogni caso, di una graduatoria per le supplenze e che quindi il valore abilitante era, comunque, limitato a tale ambito. Dalle GPS, difatti, non si poteva ottenere il ruolo.

Sino ad oggi.

In Gazzetta Ufficiale, difatti, è stato pubblicato il Decreto Legge n. 73 che, come accennato, all’art. 59, introduce la possibilità di assumere, a tempo indeterminato, anche da G.P.S.

Da tutte le fasce? Assolutamente no. Solo dalla prima a conferma del forte necessità che vi sia quale presupposto indefettibile il possesso di un’abilitazione piena.

Sempre e solo chi è in prima fascia, inoltre, per ottenere il ruolo deve dimostrare il possesso di un servizio triennale (su posto comune o sostegno) negli ultimi 10 anni. Un requisito, dunque, più ampio nel tempo rispetto al concorso straordinario precedente.

Il nostro studio, sino ad oggi, nonostante i noti provvedimenti negativi delle Plenarie, in appello, è riuscito in sede cautelare a confermare le immissioni in ruolo dei nostri ricorrenti e, proprio il prossimo mese di giugno, nell’ambito dell’ultima udienza finale, porteremo innanzi al Collegio tali nuovi elementi normativi sopravvenuti continuando a lottare al fianco di migliaia di docenti a cui, a nostro modo di vedere ingiustamente, continua a non riconoscersi il giusto diritto all’assunzione definitiva.