Concorso 559 agenti di polizia a rischio annullamento. Il Consiglio di Stato accoglie il nostro appello e ordina al T.A.R. di approfondire la questione sui vizi di violazione dell’anonimato.

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Il Consiglio di Stato ha riconosciuto la correttezza della tesi difensiva prospettata dallo Studio Delia & Bonetti circa l’esistenza di evidenti vizi di violazione dell’anonimato che hanno caratterizzato le prove scritte del concorso per 559 agenti di polizia.

Come avevamo già chiarito (clicca qui), l’intera prova di selezione degli aspiranti allievi poliziotti si presentava affetta da manifeste illegittimità che avevano consentito a centinaia di nostri ricorrenti di prendere parte alle successive prove selettive, nonostante fossero stati esclusi da un test preselettivo contrastante con i più elementari principi della correttezza dell’azione amministrativa e della trasparenza.

Invero, in sede di conferma della misura cautelare richiesta e concessa, il T.A.R. – consolidando un orientamento negativo a causa di errate prospettazioni difensive sulla vicenda, per opera di differenti ricorsi – aveva ritenuto di non consentire la prosecuzione delle prove, sostenendo come non ravvisabili e/o rilevanti i vizi lamentati.

Al contrario, invece, richiamando la pronuncia dell’Adunanza plenaria del 2013, che noi stessi 4 anni fa avevamo ottenuto e dal cui esito seguirono migliaia di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso, il Consiglio di Stato ha ritenuto sussistenti sufficienti ragioni per ordinare al T.A.R. Lazio di rivedere il proprio orientamento negativo e di provvedere ad approfondire la questione circa l’esistenza dei medesimi vizi di violazione dell’anonimato che, per primi in Italia, il nostro studio aveva individuato.

“I Giudici di Palazzo Spada” – commentano gli Avv.ti Delia e Bonetti – “ hanno riconosciuto ed identificato, così come da noi prospettato, l’esatta identità tra i vizi che hanno caratterizzato la prova del concorso per 559 agenti di polizia, e quelli dei test di medicina su cui abbiamo vinto quattro anni fa innanzi all’Adunanza Plenaria”.

Ora il T.A.R. dovrà provvedere a fare chiarezza sulle modalità con cui la prova si è svolta, giungendo – ove ne ricorrano i presupposti – finanche all’annullamento di una procedura concorsuale che ha illegittimamente visto esclusi i ragazzi più meritevoli a causa di una gestione della prova non conforme ai principi dell’ordinamento.

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