IL TAR DEL LAZIO ACCOGLIE IL RICORSO PER “SCIENZE DELL’ARCHITETTURA”

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Il T.A.R. del Lazio, Sez. III, con ordinanza 11 febbraio 2019, n. 1031 ha accolto il ricorso dell’UDU patrocinato dagli Avv.ti Michele Bonetti e Santi Delia disponendo, allo stesso tempo, lo scorrimento della graduatoria a totale copertura dei posti rimasti disponibili.

Dichiara Enrico Gulluni, coordinatore dell’Unione degli Universitari: “Da diversi anni ormai segnaliamo l’inutilità del numero programmato per il corso di studi in Architettura in quanto le richieste sono paragonabili al numero di posti disponibili, ma molti aspiranti studenti, pur trovandosi in posizione utile in graduatoria, non possono frequentare il corso a causa della soglia minima dei 20 punti da superare per poter accedere.”

Continua Gulluni: “Tuttavia anche per l’anno accademico in corso, il test per l’accesso alla facoltà di Scienze dell’Architettura si strutturava attraverso la previsione di una soglia minima di 20 punti che, per l’oggettiva difficoltà di superamento, ha generato un altissimo numero di posti non assegnati pari a circa 1783”.

Il Tribunale ha dichiarato l’illegittimità di tale soglia nella misura in cui impedisce l’attuazione del diritto allo studio ex art. 34 Cost., nonché la piena allocazione delle risorse secondo la potenziale ricettività delle strutture universitarie, “ritenuto pertanto che l’efficacia della predetta norma debba essere sospesa, al fine di consentire lo scorrimento della graduatoria fino a totale copertura dei posti disponibili in questione, con conseguente accoglimento dell’istanza cautelare dell’attuale ricorrente, essendo confermato dall’Amministrazione il superamento – da parte della stessa – della prova di resistenza”.

“Si tratta di una vicenda più volte sottoposta alla Giustizia Amministrativa” – dichiara l’Avv. Michele Bonetti – “che denota uno spreco di denaro pubblico destinato all’università e che invece viene utilizzato per azionare una illegittima macchina concorsuale; senza considerare le spese che le famiglie devono sopportare per la preparazione dei propri figli, ricorrendo spesso al mercato privato. Il tutto collocato in un panorama dove le domande presentate e che storicamente si riducono prima del momento dell’immatricolazione, lasciavano intendere che i posti non sarebbero stati integralmente coperti”.

Lo Studio Legale ha già provveduto a notificare il predetto provvedimento all’Amministrazione che, in difetto di esecuzione, sarà sostituita da un Commissario ad acta.

Concludono Bonetti e Gulluni: “insieme stiamo valutando di intraprendere un’azione volta ad ottenere la restituzione delle somme versate dagli Studenti per sostenere un ingiusto test e di trasmettere gli atti alla competente Procura della Repubblica per lo svolgimento delle opportune indagini, nonché alla Corte dei Conti.”

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