Bonetti & Delia nell’annullamento della prova di Medicina generale. Ammessi i ricorrenti.

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Il caso deciso dai Giudici di Palazzo Spada riguarda il concorso di accesso al corso di formazione specifica in Medicina, relativo al triennio 2018-2021, che, sulla base del parere dell’Istituto Superiore della Sanità,  è stato caratterizzato da ben 4 errori tra i quiz somministrati. Non uno ma ben 4 ed a dirlo non sono stati i partecipanti al test esclusi, commenta l’Avvocato Santi Delia, name founder dello Studio Legale Bonetti & Delia, “ma l’Istituto Superiore di Sanità: una prova a quiz inevitabilmente viziata a tutto svantaggio dei 10.000 medici partecipanti”.

Mentre il T.A.R. Lazio “con motivazione unica ha genericamente ritenuto insindacabili le critiche rivolte a ciascun quesito, in ragione dei limiti che si frappongono alla sindacabilità delle valutazioni tecnico-scientifiche della pubblica amministrazione”, il Consiglio di Stato, con sentenza del 18 gennaio 2021, riconosciute fondate le ragioni prospettate in ricorso, quanto alla presenza di errori nella formulazione dei quesiti, ha disposto l’ “annullamento della graduatoria regionale del concorso per l’ammissione al Corso triennale di formazione specifica in medicina generale per il triennio 2018/2021, nella parte in cui l’odierna appellante risulta collocata oltre l’ultimo posto utile e, quindi, non ammessa al corso”.

I candidati erano stati sottoposti ad un questionario di 100 domande a risposta multipla, su argomenti di medicina clinica, a fronte di un protocollo che prevede, in linea teorica, la necessaria presenza di un’unica risposta esatta per singolo quesito, metodo questo idoneo a garantire la selezione dei capaci e dei meritevoli, purché, si badi!, la prova sia “scientificamente attendibile”.

“Ove il questionario sottoposto in sede concorsuale sia viceversa caratterizzato da errori, ambiguità, quesiti formulati in maniera contraddittoria o fuorviante, come in questo caso”, aggiunge l’Avvocato Santi Delia, “la selezione è inevitabilmente falsata e non rispettosa del dato costituzionale”.

A differenza di quanto accade nella stragrande maggioranza delle selezioni pubbliche a mezzo quiz a risposta multipla ove è espressamente prevista una procedura di validazione, nel procedimento concorsuale di ché trattasi essa manca del tutto, e mancando un procedura di validazione, eseguita da un soggetto “terzo” non si può verificare se le domande di cui il test si componeva erano effettivamente idonee ad individuare i soggetti “migliori” per l’ammissione al corso o se, essendo particolarmente facili, hanno solamente permesso ai più “fortunati” di superare la prova selettiva.

Non è dunque solo un problema legato al fatto che quella domanda sia corretta o meno ma appare decisivo che stiamo selezionando 1.000 medici, destinati ad occupare altrettanti posti, in base a test che, paradossalmente, non essendo validati, battezzano come migliori soggetti che tali non sono affatto, sottolinea sul punto l’Avv. Santi Delia, e aggiunge “nel corso dell’istruttoria,  abbiamo dimostrato come di fatto, in questo caso, la Commissione ha individuato quesiti per la cui risoluzione erano frattanto sopravvenute linee guida europee più aggiornate rispetto al passato, dimenticando che la platea dei partecipanti risulti inevitabilmente munita di un bagaglio di conoscenze, supportate da esperienze professionali consolidate, che non devono e non possono rappresentare un fattore di demerito, per evitare di giungere al paradosso secondo cui il soggetto più aggiornato finisce per essere penalizzato. Evenienza quest’ultima, che siamo riusciti a scongiurare, con la vittoria ottenuta, salvaguardando il percorso professionale della ricorrente, definitivamente ammessa al corso”.

Da legale che da un decennio segue queste procedure concorsuale a quiz”, conclude l’Avvocato Santi Delia, “mi sento di lanciare un monito alle Amministrazioni affinché le stesse intervengano una volta per tutte sulle modalità di somministrazione dei quesiti, pescati spesso da Società private – selezionate dalle stesse Amministrazioni – da banche dati in loro possesso (in qualche caso) ormai datate. Non ritengo concepibile, difatti, che il futuro di studio o lavorativo di un cittadino debba essere deciso da un quiz erroneamente formulato senza che nessuno si curi di capire neanche perché.”