Consiglio di Stato condanna Ministero a svelare documenti su concorso test di Medicina

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Secondo il T.A.R. Lazio i quiz somministrati ai 60.000 aspiranti ai corsi di Medicina e Odontoiatria del settembre 2021 sono corretti ed i candidati non avrebbero neanche la possibilità di comprendere come e da chi tali quiz sono stati elaborati.

Secondo il T.A.R., difatti, la richiesta dei candidati rappresenterebbe un non consentito «controllo generalizzato dell’operato delle pubbliche amministrazioni». E ciò nonostante il fatto che il Ministero, dopo qualche giorno dalle prove, si fosse affrettato a modificare la soluzione di ben 4 su 60 tra i quiz somministrati.

Il Consiglio di Stato, accogliendo l’appello proposto dagli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, name founder di Bonetti & Delia, ha invece riformato la sentenza del T.A.R. condannando il Ministero a rendere pubblici i documenti chiarendo che “non può essere negata la necessità di acquisire i documenti relativi al procedimento di predisposizione della prova di ingresso da loro sostenuta senza esito, in relazione alla evidente strumentalità di tale documentazione rispetto i motivi di impugnazione già svolti da ciascuno nei rispettivi contenziosi promosse contro la medesima prova. Per altro verso non può essere addossata agli stessi ricorrenti, in funzione impeditiva dell’accesso, l’alea dei contenziosi da essi promossi e consistente nell’idoneità della documentazione amministrativa richiesta a consentire loro di dimostrare l’ammissibilità e la fondatezza dei motivi di impugnazione dedotti, ai fini dell’utile collocazione in graduatoria”

E ciò, scrivono ancora i Giudici della Sezione Settima del Consiglio di Stato, anche in ragione del fatto che  “dall’acquisizione degli atti oggetto della loro istanza potrebbero alternativamente emergere errori ulteriori a quelli già dedotti nei loro rispettivi ricorsi; o potrebbe essere corroborata l’esistenza di questi ultimi, per i quali questa Sezione ha disposto in sede di appello cautelare ex art. 62 cod. proc. amm. un’istruttoria, attraverso una verificazione richiesta all’Istituto superiore di sanità“.

Sarà un Collegio di esperti in capo all’Istituto superiore di Sanità, difatti, a dover far chiarezza sui quiz somministrati dando mandato all’Istituto superiore di Sanità di verificare.

Si tratta di un importantissimo passo avanti nella battaglia al fianco degli studenti affinchè si faccia, definitivamente, chiarezza sulla correttezza o meno dei quiz somministrati.

Soddisfazione è stata espressa dall’Avvocato Santi Delia che ha voluto sottolineare come “la trasparenza sul più grande concorso nazionale per l’accesso alle Università è un elemento irrinunciabile che, in maniera barbara, il Ministero si era fatto lecito di negare. Anche in ragione di ciò per le nostre battaglie sul diritto allo studio è significativa e simbolica la condanna a oltre 5000 euro (tenendo conto degli oneri di legge e dei contributi unificati dei due gradi) del Ministero nell’ambito del giudizio. Si tratta di somme che ben potevano essere investite dal Ministero in altre attività evitando un contenzioso su una selezione così importante che segna il futuro di migliaia di giovani“.

IL SOLE 24 ORE