I DIPLOMATI MAGISTRALI RESTANO IN GAE. IL CONSIGLIO DI STATO VUOLE VEDERCI CHIARO E RINVIA ALL’UDIENZA DEFINITIVA DEL 25 FEBBRAIO 2021.

Il Consiglio di Stato prosegue nell’orientamento cautelare delineatosi in questi ultimi mesi accogliendo le richieste provvisorie dei diplomati magistrali di rimanere nelle GAE nell’attesa del merito del giudizio.
I nostri specifici appelli accolti concernono in modo peculiare l’aspetto dei ricorrenti, anche di ruolo, senza riserva su cui è necessario un approfondimento anche in considerazione del comportamento di plurimi uffici scolastici che non stanno consentendo loro neppure di ottenere incarichi di supplenza dalle GPS.
Il Consiglio di Stato rileva, prendendo atto della documentazione riportata dai nostri ricorrenti e dei licenziamenti loro intimati, che la sentenza di I grado fosse idonea a procurare un grave ed irreparabile pregiudizio in capo agli appellanti, alcuni dei quali già destinatari di atti di decadenza o di risoluzione contrattuale.
La giurisprudenza del Consiglio di Stato è di natura cautelare e si inscrive nel solco di plurime pronunce sul periculum in mora dello studio legale Bonetti & Delia (vedasi ordinanza n. 4618/2020 ed ordinanza n. 3113/2020, info reperibili al seguente link).
Sempre su tale profilo in data 14 settembre 2020 il Consiglio di Stato, sulla problematica delle ammissioni in GAE senza riserva della categoria degli insegnanti abilitati PAS, aveva già espresso analoga posizione (ordinanza n. 5413/2020, info reperibili al seguente link).
Si tratta di una pronuncia saggia che si inscrive nel solco di un filone giurisprudenziale cautelare responsabile”, a pronunciarsi è l’Avv. Michele Bonetti, founder dello studio Bonetti & Delia.
Tra i ricorrenti vi è gente di ruolo da oltre 5 anni e dalla perdita del posto di lavoro subirebbe degli effetti devastanti. Trattasi degli ultimi ricorrenti, che in molti casi non hanno potuto neanche partecipare al concorso straordinario e, per ironia della sorte e sfortuna, non sono stati ricompresi nelle otto sentenze passate in giudicato non oggetto di revocazione da parte del Ministero dell’Istruzione. Ciò ha determinato, a seguito delle due sopravvenute Adunanze Plenarie, un’ingiusta disparità di trattamento tra chi ha avuto la fortuna di essere calendarizzato per primo e che dunque ha avuto una stabilizzazione, e chi invece dopo anni ed anni di precariato alle spalle si trova sempre a lottare”.