Nell’ambito dei massicci reclutamenti imposti dalle politiche del PNRR, migliaia di lavoratori hanno svolto e continuano a svolgere prestazioni di lavoro a tempo determinato con contratti stipulati dopo la vittoria di un pubblico concorso a favore di enti e Società pubbliche.
I bandi di concorso erano stati concepiti negando, in radice, la possibilità di convertire i contratti a termine stipulati salvo poi, in ragione dell’importanza strategica strutturale di tale programma, valutare diversamente circa la possibile stabilizzazione di tale personale.
Con l’entrata in vigore dell’art. 3, comma 5 del Dl n. 44/2023, infatti, il Legislatore, mostrando un chiaro favor per la tutela delle professionalità acquisite e il superamento del precariato, stabiliva che “le regioni, le province, i comuni e le città metropolitane, fino al 31 dicembre 2026, possono procedere, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica, previo colloquio selettivo e all’esito della valutazione positiva dell’attività lavorativa svolta, alla stabilizzazione, nella qualifica ricoperta, del personale non dirigenziale, che, entro il predetto termine, abbia maturato almeno trentasei mesi di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, presso l’amministrazione che procede all’assunzione, che sia stato assunto a tempo determinato a seguito di procedure concorsuali conformi ai principi di cui all’articolo 35 del d.lgs. n. 165/2001e che sia in possesso dei requisiti di cui all’articolo 20, comma 1, lettere a) e b), del d.lgs. n. 75/2017. Le assunzioni di personale di cui al presente comma sono effettuate a valere sulle facoltà assunzionali di ciascuna amministrazione disponibili a legislazione vigente all’atto della stabilizzazione”.
Per quanto la norma in questione rappresenti una mera facoltà per le amministrazioni coinvolte nel procedimento, appare contraddittorio che le stesse ignorino tali finalità del Legislatore bandendo nuovi concorsi senza alcuna spiegazione nei confronti dei lavoratori che hanno prestato servizio ed auspicano la stabilizzazione.
Per questa ragione abbiamo accettato il mandato di diversi lavoratori per agire a tutela del loro interesse legittimo alla stabilizzazione promessa e auspicata dallo stesso Legislatore.
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